Progetti conclusi
Realizzazione di un pozzo d’acqua nel villaggio di Goussoué – Rép. du Bénin

Collaboriamo alla costruzione del Pozzo nel villaggio di Goussoué - Rép. du Bénin

Importo del progetto 12.578,00 EURO

Filomondo contribuisce con 6.000,00 euro per il pozzo con pompa manuale.

Offri quanto il tuo cuore ti suggerisce, l'entità del contributo è libera.

INIZIO PROGETTO Giugno 2017

Luogo dell'intervento: Goussoué-Benin

 

mappa benin

1. Situazione geografica.

Goussoué, dove si realizzerà il progetto, è un grande villaggio situato nel distretto di Paouignan, Comune di Dassa-Zoumé Dipartimento Collines, Repubblica del Benin. Questa è una delle più povere comunità rurali della diocesi di Dassa-Zoumé. La Diocesi di Dassa-Zoumé è una delle più grandi diocesi della Repubblica del Benin. Creata nel 1995, è situata nella provincia Zou-Collines con una grande crescita della popolazione di cui il 60% sono per lo più giovani. bambini del villaggioSi tratta di una diocesi rurale che si trova in una regione povera del paese, circondata dalle diocesi di Parakou e Djougou a nord, la diocesi di Oyo in Nigeria ad est, e le diocesi di Kara a Atakpame ad ovest, e le diocesi di Abomey e Porto Novo a sud. La Diocesi di Dassa-Zoumé diocesi è un bivio che, purtroppo, è in una zona dove mancano ancora delle infrastrutture  necessarie per le esigenze di base come ad esempio un adeguato approvvigionamento di acqua per soddisfare i bisogni alimentari ed usuali della popolazione residente.

 

2. Problema dell'acqua.

Gli elementi essenziali alla base del progetto sono molti. Goussoué è un grande villaggio un pò distante da Paouignan che è il centro della regione. In questo grande villaggio un pozzo per l'acqua da bere è estremamente difficile da attingere (a volte da 80 a 100 m di profondità o più). Così, ovviamente, è difficile o impossibile da scavare un pozzo per pompaggio manuale. I pozzi manuali realizzati hanno spesso due problemi essenziali: o non raggiungono l'acqua e lo sforzo diventa inutile; o raggiungono una piccola quantità di acqua mescolata con il fango e si asciugano già all'inizio della stagione secca. I pozzi che devono generare l'acqua diventano utili serbatoi per raccogliere l'acqua piovana durante la stagione piovosa in una regione collinare dove le piogge stanno diventando sempre più rare. La popolazione di Goussoué e i suoi dintorni continuano ad aumentare ed è stimata in  quindicimila (15.000) persone. La maggior parte della popolazione vive principalmente di agricoltura tradizionale. Dei circa 15.000 abitanti, secondo il recente censimento della popolazione, solo il 5% sono coinvolti in piccolo commercio, il settore secondario è completamente assente. In un tale contesto di vita in cui le persone dipendono e vivono principalmente nel settore agricolo, è una necessità disporre di una buona fontana, sia  per poter bere acqua pulita e in quantità sufficiente per coltivare piccoli orti di pomodori e verdure per la loro sopravvivenza. In particolare, la regione ha subìto una grande siccità lo scorso anno che ha causato un grande deficit di raccolta fino al punto che gli abitanti si trovano ad affrontare una situazione  critica di fame. La carestia si aggiunge al problema dell' acqua da bere.  In questi giorni, questo villaggio, come altre aree della mia diocesi, ha climi imprevedibili che causano molto secco e freddo, venti secchi e polvere provenienti dal deserto (Sahara). Questi due elementi combinati sono la causa di stagioni secche che fanno ritardare le piogge e le  rendonbo molto irregolari, accelerando l'avanzamento drammatico del deserto. Pertanto la scarsità d'acqua causata da queste situazioni elencate colpisce la vita degli abitanti che dipendono dalla fornitura di acqua di un piccolo flusso alimentato dalla sorgente naturale e quindi un potabilità molto discutibile. Pozzi tradizionali sono tutti prosciugati a causa della lunga la siccità. Gli abitanti del villaggio e soprattutto i bambini, i bambini della scuola e le donne devono camminare circa 3 chilometri per prendere l'acqua malsana dal torrente. Purtroppo l'uso di questa poca acqua, che non è depurata è la causa per queste popolazioni di malattie  come la diarrea, colera, infezioni worm de Guinea e molte altre malattie simili. Sensibile a questa situazione allarmante affrontata tutti i giorni e in silenzio da questa povera e bisognosa comunità rurale nella mia diocesi  io, Vescovo di questa diocesi mi sento molto impegnato, ma da solo non posso fare  che poco, perciò mi sono deciso  a chiedere il vostro aiuto. Io chiedo quindi alla vostra Associazione FILOMONDO di accogliere con favore la nostra richiesta. Porto alle vostre orecchie il grido del cuore che ho sentito da tutta la popolazione de Goussoué affinchè qualcosa sia fatto in breve tempo per garantire a questa povera comunità l'acqua potabile, primo bisogno indispensabile alla vita.

3. Progetto.
Il progetto mira a raggiungere due perforazioni a Goussoué. Il primo con pompa a mano e il secondo con pompa a immersione alimentata da pannelli solari. La pompa a mano sarà realizzata nella scuola elementare del Villaggio per facilitare l'accesso per i nostri studenti all'acqua pulita. Per contro, quello a motore elettrico che è alimentato da energia solare sarà situato nel comune, vale a dire dove l'agglomerato è più  importante per facilitare la rapida distribuzione di acqua. I villaggi circostanti potrebbero anche beneficiare se la sorgente sarà abbondante e se l'energia solare sarà abbastanza potente per portare l'acqua rapidamente ai tanks.
• 1 pozzo manuale
• 1 pozzo con elettropompa + pannelli solari + tanks

4. Gestione
Una volta approvato e progetto finanziato, i lavori di costruzione saranno condotti dalla Commissione diocesana per la preparazione, l'esecuzione e il monitoraggio dei progetti pastorali (CDEESPP) sotto l'alta vigilanza del Vescovo del luogo; detta commissione poi garantirà il corretto uso di entrambe le fonti d'acqua e si prenderà cura di manutenzione e il mantenimento. I membri di questa Commissione sono:
- Monsignore François GNONHOSSOU: Presidente
- Padre Bankole Alexis: Coordinatore diocesano dei progetti
- Padre YEDEDJI Celestin, sma: Diocesano Tesoriere
- Padre Nicodemus BALLE: Assistente Diocesano Tesoriere
- Padre ATCHOKOSSI Bertin: Consigliere
- Suor Laura MOSCA: Consigliere
- Suor KATSU Norimi: Consigliere
Come potete vedere, ho messo strutture in loco per gestire al meglio i progetti nella mia diocesi. Queste strutture si sono già dimostrate in campo. Loro sanno come guidare con competenza, progetti di rigore  e trasparenza loro affidati. È quindi possibile fare affidamento. Ciò che si metterà a nostra disposizione sarà ben gestito e la popolazione, vera destinataria del progetto potrà beneficiare dei frutti dei nostri sforzi congiunti.

Referente in Italia del progetto: Don Michel Kotoko

Referente in loco del progetto: Sua Eccell. Mons. François Gnonhossou, Vescovo della diocesi di Dassa-zoumè

Ringraziamenti da parte del Vescovo Mons. François Gnonhossou


 

 

 
Emergenza terremoto Ecuador

Emergenza terremoto Ecuador

Negli ultimi anni abbiamo collaborato con P. Walter in alcuni progetti in Ecuador.

Ora a seguito del terremoto del 16 aprile apriamo un progetto per gli aiuti.

Puoi sostenere questo progetto inviando la tua offerta a:
Associazione Filomondo Onlus
Via Marconi 13 – 20855 Lesmo MB

attraverso:
Versamento su C/C postale n. 49390545
Bonifico Bancario sul c/c 49390545
Banco Posta Italiane
Codice IBAN: IT 27 I 07601 01600 000049390545

 

Così ci scrive il Vescovo di Portoviejo, Mons. Voltolini Lorenzo:

UNA CATASTROFE DIMENTICATA

Portoviejo 30 aprile 2016

Carissimi amici, rompendo un lungo silenzio, dovuto all’isolamento nel quale é rimasto Portoviejo e tutto Manabí dopo il terremoto del 16 aprile, vengo a raccontarvi qualcosa di quello che é accaduto per non perdere i contatti e per mantenere viva la speranza in noi e la caritá in voi.
Due minuti allo scoccare le sette di un sabato sera c’é stato un violento terremoto che ha avuto come epicentro un punto dell’Oceano Pacifico di fronte a Pedernales, una popolazione che dista poco piú di cinque Kilometri dall’Equatore.
La forza del terremoto é stata di 7.8 gradi della scala Richter. La immensa forza sismica ha distrutto case, alberghi, chiese, case parrocchiali, scuole, universitá, edifici pubblici, sociali e commerciali. Tutto nel giro di 50 lunghi secondi. E poi un silenzio di morte.
Io mi trovavo nella cappella di un rione periferico della cittá di Portoviejo. Avevo appena finito di celebrare la Messa. Stavo in sacristia, la forza del movimento é stata tanto grande che, per non cadere, ho dovuto aggrapparmi agli stipiti della porta. Avevo l’impressione di stare in piedi su una di quelle giostre che hanno movimenti a volte sussultori, a volte rotatori.
I fedeli che ancora stavano in chiesa sono caduti per terra, la statua della Vergine di Guadalupe é rovinata al suolo, ma non ha colpiti nessuno, l’energia elettrica é cessata ancora alla prima scossa di terremoto. Visto che non sembrava ci fossere problemi tra i presenti in chiesa, sono corso alla macchina e sono tornato in casa episcopale. Passando per le vie della cittá ho visto i primi gravissimi disastri: case cadute, palazzi e costruzioni alte inclinate, le strade piene di detriti, mattoni, pali della luce, grovigli di fili della luce e della telefonia fissa. Dalle case sventrate pendevano sedie, tavoli, letti, materassi, elettrodomestici e quant’altro. La macchina esra guidata da Carlos, perció sono riuscito a mandare al guppo di WhatsApp dei fratelli vescovi: Pochi minuti fa c’é stato un forte terremoto in Portoviejo. Molte case rovinate e cadite. É un vero caos. Pregate per noi”.
Una volta in casa ho fatto una prima ispezione al mio appartamento. Non sono potuto entrare nello studio, perché gli scaffali erano rovesciati, libri ed oggetti vari di studio sparsi per tutta l’abitazione. Passando dalla terrazza, sono entrato alla camera da letto e l’ho trovata tutta scomposta. Sono poi entrato in Cattedrale ed ho visto i primi sintomi di gravitá della situazione: il tabernacolo caduto, ma giá senza il Santissimo, recuperato prontamente dal Párroco; calcinacci vari frutto dello scrostamento dell’intonaco della volta, pareti rovinate con fessure gravi e molto materiale sulla porta dentro e fuori della Cattedrale.
Sono quindi uscito per le strade, in compagnia del Vescovo Ausiliare ed il Parroco della Cattedrale, per incontrare e consolare la gente. Sul marciapiede della piazzoletta antistante la Cattedral abbiamo incontrato un morto vigilato da una familiare. Ci siamo avvicinati, abbiamo detto una preghiera mentre una persona si avvicinava per dirci: “Questo signore era molto fedele alla cattedrale, apparteneva alla “Legio Mariae” é morto come avrebbe voluto, nella casa del Signore”. Nel frattempo arrivavano altre persone che si incaricavano di portare il morto alla sua casa, allora abbiamo deciso di continuare la visita a tutta la cittá.
La gente, spaventata ed ancora attonita, incredula di quello che era successo, stava in mezzo alle vie. Alcuni avevano giá portato in strada sedie, materassini, cuscini e quanto necessario per poter passare la notte fuori casa, in zona di sicurezza. (Qui la notte inizia alle 18:30 e l’alba, di pochi minuti di durazione, inizia puntualmente alle 6:00 tutto l’anno).
Passando in mezzo alle strade popolate solo di uomini vaganti, visibilmete tristi ed impauriti, o sotto qualche portico, per schivare le macerie accumulate, abbiamo percorso la zona “zero” in lungo e in largo. Arrivati alla chiesa della Mercede, abbiamo visto un camioncino portarsi via il cadavere di una ragazza, avvicinandoci alla facciata della chiesa incontriamo un altro cadavere. Accanto al corpo senza vita di una ragazza una candela accesa ed una persona che aspetta chi venga a ritirare il cadavere. Ci spiegano che é stata colpita da alcuni calcinacci della facciata del tempio e poi é stata calpestata dalla gente impaurita che usciva dal santuario cittadino dedicato alla Madonna della Mercede.
Continuando il percorso incontriamo molti edifici pubblici (il tribunale, ministero della salute e sicurezza sociale, banche, farmacie, supermercati, alcuni al suolo ed altri gravemete lesi e pericolante. Il paesaggio, visto di notte, alla luce di alcuni fari qua e la di automobili semi coperte da detriti, é veramente dantesco. C’é materia per una pellicola apocalittica.
Al rientro in casa, iniziano i messaggi e le chiamate telefoniche: l’epicentro é stato fissato al nord della diocesi; Pedernales é distrutta, contatto i sacerdoti per sapere come stanno e la sorte delle case parrocchiali e delle chiese. Tutti sono letteralmente sconcertati ed increduli di fronte al disastro, ma forti ed in mezzo al loro popolo per dirigere i primi soccorsi.
Mi arrivano notizie da una popolazione vicina a Portoviejo: le suore, direttrici di una scuola, sono rimaste sotto le macerie. Dopo un poco ci si assicura che tre suore e due postulanti sono state riscattate, ma che una suore e cinque postulanti sono ancora sotto le macerie. Chiedono macchinaria per riscattarle, ma é impossibile farlo con mezzi pesanti, perché invece di favorire il riscatto c’é il pericolo di recare loro piú danno. Solo la domenica sera potranno essere riscattate le salme delle sei giovani.
La casa del vescovo, che ha resistito molto bene al sisma, frattanto si trasforma in ospedale. Ogni tanto qualche scossa, meno intensa della prima, spaventa la gente e fa correre coloro che si trovano sotto qualche porticato.
Le prime luci dell’alba portano finalmente alla vista di tutti la magnitudine della tragedia. Si incomincia la conta delle vittime e dalle prime poche decine delle prime ore, si passa a contare centinaia.
La domenica, il martedí ed il martedí seguenti saranno momenti di molto dolore. Le vittime sottratte alle macerie sono portate alla officina di criminalistica per essere riconosciute, sono portate ad un cimitero per essere accomodate nel feretro, cosparse di calce e poi portate alle rispettive case o direttamente alla tomba. I sacerdoti, se avvisati per tempo, celebrano la Messa vicino alle abitazioni dove sono vegliati i morti o dicono una preghiera e poi si formano piccole processioni fino ai cimiteri.
Si scoprono intere famiglie schiacciate dei detriti delle loro case o dei luoghi, strade, supermercati, alberghi dove il terremoto li ha trovati.
La domenica sera sicerca di celebrare qualche messa qua e la, fuori dalle chiese e ci si prepara ad affrontare la grande emergenza. Le grandi domande che vanno su e giú dalla testa al cuore: “perché Signore tanta distruzione e morte? Perché tanta sofferenza? Perché noi vivi e gli altri morti? Il Signore ci ha castigati?...” la risposta costante é prima di tutto un abbraccio, poi: “il Signore é misericordioso, non vuole la morte, ma la vita. Quello che permette il Signore non é per umiliarci, ma per ammonisci e salvarci...” ed allora segue il racconto di ognuno: “é vero, il Signore é stato buono con me; mi da una nuova opportunitá per essere piú buono e per aiutare gli altri ed avere rapporti piú sinceri, generosi, felici con gli altri...” il cuore incomincia ad aprirsi alla speranza.
Incominciano ad arrivare i primi soccorsi: acqua, viveri, casse di banane e di mele, materassi, vestiti, casse da morti. Tutto portiamo ad un centro di raccolta e smistamento; i primi volontari sono i sacerdoti della cittá che, sudati “come falsi testimoni”,  scaricano il primo conteiner di vettovaglie da sera inoltrata fino a oltre la mezza notte.
Gli aiuti e le manifestazioni di solidarietá arrivano dal mondo intero, ma presto ci rendiamo conto che le difficoltá verranno piú tardi. Per questo a quanti ci chiedono: “che possiamo fare per voi?” rispondiamo: “non dimenticateci, avremo bisogno di voi quando inizieremo la ricostruzione”. Ed é quanto ancora ripeto a tutti, perché la ricostruzione non sará solo di colonne, mattoni, cemento, ma di famiglie, comunitá, parrocchie, relazioni umane nuove, nate sullo stile e le esigenze del Vangelo. Per cui, ció che piú chiediamo é la preghiera, perché il mondo nuovo nasce dalla nostra predisposizione ed apertura alla Parola che salva.
Grazie di cuore per il vostro interesse ed affetto per noi.

 

 

 

 

 

 

+ Lorenzo Voltolini, Arcivescovo di Portoviejo



 

 
pozzo a Mbuyuni Kondoa Tanzania

Progetto pozzo a Mbuyuni-Kondoa Tanzania

Ci è pervenuta la richiesta di collaborazione per il ripristino di un pozzo in un villaggio: Mbuyuni, parrocchia di Itololo, diocesi e provincia di Kondoa, regione di Dodoma in Tanzania.

Descrizione del progetto: pulitura del pozzo esistente, acquisto di una nuova pompa con centralina di controllo.

Motivazioni: il pozzo di Mbuyuni serve una popolazione di circa 4.000 persone e i loro animali di allevamento (capre e mucche). Scavato nel 2006 ha ormai bisogno di essere ripulito con un getto di aria compressa: la pompa estratta presenta infatti pesanti incrostazioni di fango, causa dell'usura delle eliche della pompa e della bruciatura del relativo motore.

Il nostro referente è il missionario Passionista P. Godfried Matumaini, parroco di Itololo

Filomondo ha contribuito con 4.080,00 Euro

Lettera del Parroco a progetto terminato e relative foto: preparazione strada per permettere l'arrivo dei mezzi; sostituzione pompa e prova con generatore; fuoriuscita dell'acqua.

manutenzione pozzomanutenzione pozzomanutenzione pozzo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 
pozzo a Osteti

Progetto pozzo a Osteti-Itiso Tanzania

A inizio anno 2014  ci è pervenuta la richiesta di collaborazione per la costruzione di un pozzo in un villaggio: Osteti, che fa capo alla missione di Itiso nella regione di Manyara in Tanzania. Questa zona è abitata da Wambulu, Masai e Wagogo.

La parrocchia di Itiso, dove lavorano i Padri Passionisti, è situata tra la regione di Dodoma, Kondoa, Manyara; lì si estende una savana dove le varie tribu vivono e fanno pascolare le loro mucche. E' una zona molto arida e la mancanza d'acqua si fa sentire spesso durante tutti i periodi dell'anno.

Questo progetto fatto in collaborazione con il "Centro Pastorale Giovanile S. Gabriele", ha appunto lo scopo di costruire un pozzo in uno dei villaggi sperduti in questa zona: Osteti.

Il nostro referente è il missionario Passionista P. Dino Frigo, attualmente in Italia, che in quelle regioni e anche a Itiso ha lavorato per oltre 30 anni; è lui che ha tenuto i contatti con i Missionari di Itiso e con il Padre Daniele Pierangioli, del Convento di S. Gabriele all' Isola del Gran Sasso, che segue i giovani del "Centro Pastorale Giovanile S. Gabriele".

Filomondo ha contribuito con 16.000 Euro

di seguito la lettera di P. Dino dopo l'inaugurazione del pozzo.

"Il 2 Agosto 2013 ci venne  la richiesta per il pozzo da parte dei Padri Passionisti presenti a Itiso.
Il 3 Agosto 2014 è avvenuta l'inaugurazione del pozzo .

- A CHI  SERVE:  a una popolazione che vive tra i villaggi di  Izava - Chitego e Osteti, nel cui territorio è stato scavatoinaugurazione del pozzo. La maggioranza della popolazione è Wambulu e possiede parecchio bestiame. Ci sono anche vari gruppi di Masai, e anche Wagogo.
La popolazione ha contribuito pagando il  SURVEY (rilevamenti necessari per vedere se c'è l'acqua) e raccogliendo una somma pari a  1000 Euro.
- COME  FUNZIONA: 
Il pozzo è sotto la tutela della missione di Itiso. La gente che ne beneficia ha comperato il primo carburante per pompare l'acqua. Chi va ad attingere l'acqua paga una quota che serve per comperare altro carburante e l'addetto-guardiano del pozzo; il restante è depositato alla missione per le necessità future (spese di manutenzione).
Il giorno 3 Agosto mi trovavo alla festa-inaugurazione a cui ha partecipato molta gente.  Il gruppo Masai dopo qualche giorno venne alla missione (che dista 40 Km) per invitarci nelle loro manyate per ringraziarci personalmente con canti, balli e piccoli regali. Chi conosce l'Africa può capire il clima di festa e i ringraziamenti spontanei. Ringraziamenti che vi trasmetto con altrettanta gioia e spontaneità della popolazione.
ASANTENI , GRAZIE.

Saluti.   P. Dino"

- vedi il video relizzato dai giovani di san Gabriele che hanno partecipato all'inaugurazione del pozzo e hanno vissuto un'esperienza in Tanzania nella missione di Itiso.

- guarda le foto relative ai pozzi realizzati con la raccolta tappi

Responsabile del progetto in Italia: P. Dino Frigo
Responsabile del progetto in Tanzania: P. Kilemi e P. Dominic


 

 
Otati dormitorio per gli orfani

Progetto dormitorio per orfani a Otati - Kenya

Gennaio 2014: riceviamo da P. Filippo Astori dal Kenya una richiesta di collaborazione per la costruzione di un dormitorio per orfani nel villaggio di Otati.

"Carissimi Amici e Collaboratori, fraterni saluti e auguri di ogni bene. Sono P. Filippo Astori, missionario passionista in Kenya.
Ho incontrato  Valerio Sanzone, ormai da diversi anni collaboratore delle nostre missioni in Kenya. Grazie a lui e a voi tutti abbiamo già' realizzato diversi progetti, come:
i forni per il pane, il pozzo per l'acqua, il trattore, il magazzino per cereali, l'impianto di irrigazione e della serra di pomodori e di altri micro progetti già' completati.

Abbiamo un nuovo progetto per il quale chiediamo un vostro contributo: costruire due dormitori per gli orfani nel villaggio di Otati, che fa parte della missione di Karungu, dove si trova già' la scuola con 250 studenti . Gli orfani, che sono 50, non hanno alcun parente vivente; sono ragazzi e ragazze di diversa età' secondo la classe che frequentano. Questo impegno per gli orfani fu iniziato dal missionario passionista P. Giuseppe Borlini, allora parroco di Karungu. Dopo la morte di P. Giuseppe i suoi amici e collaboratori hanno formato un gruppo per continuare l'assistenza agli orfani. Per le spese dello studio, del vitto, del vestito degli orfani il gruppo provvede, mentre c'è urgenza di un intervento sulla struttura in lamiera del dormitorio, attualmente fatiscente. Per questo io sottoscritto, P. Filippo, in accordo col superiore regionale P. Raphael Mangiti, chiediamo la collaborazione di Valerio per fare un nuovo decente dormitorio in mattoni. Diamo la precedenza al dormitorio delle ragazze che sono le più' bisognose, perche' meno valutate dalla cultura africana.

Abbiamo coperto le spese per il dormitorio delle ragazze (alleghiamo le foto dei lavori finora effettuati) chiediamo la copertura delle spese del dormitorio e bagni per
i ragazzi (all'incirca 8.000 euro+ 3.500 euro).

Ancora una volta vi ringraziamo con profondo apprezzamento per i sacrifici che avete fatto, per la fede e per quel profondo senso di umanità' che ancora dimora nei vostri cuori, nonostante la crisi economica. Da parte nostra vi assicuriamo della preghiera per voi, per le vostre famiglie e per i vostri cari defunti. Il bene che fate non solo resta per per l'intera vita di questi orfani, ma e' anche la caparra che Gesù' ci ha assicurato che ci introdurrà' nel regno del Padre celeste.
Il Signore ci benedica tutti.
Fraternamente  P. Filippo Astori cp"

Filomondo collabora con 8.000,00 euro

Settembre 2014: ci è pervenuta la seguente lettera di ringraziamento: "Carissimi Amici e Collaboratori, saluti dal Kenya.
Sono contento di questa occasione del ritorno in Italia di Valerio Sanzone dopo il mese passato nelle nostre missioni, così ho l'opportunità di spendere un pò di tempo con voi diventati ormai importanti per le nostre missioni.
La venuta di Valerio ha dalo un forte contributo verso il compimento del progetto Otati, sia per il vostro contributo economico che per il personale coinvolgimento di Valerio nel lavoro che ha animato tutti gli altri operai.
lavori in corsolavori in corsolavori in corso
tanks per la raccolta dell'acqua piovana













I due dormitori per gli orfani (ragazze e ragazzi) sono finiti molto bene, cosi' pure i sanitari (docce e gabinetti per le ragazze). Per la costruzione del secondo dormitorio, quello dei ragazzi, abbiamo ricevuto i l maggior contributo da Filomondo...Gli orfani (ragazzi e ragazze), i maestri e la gente del villaggio di Otati vi sono veramente riconoscenti e apprezzano la vostra solidarietà a costo di non pochi sacrifici: ciò è sentito da loro come uno stimolo in più per impegnarsi nell'insegnamento e nello studio., Questo maggior impegno e' la loro risposta a tanta vostra attenzione verso di loro.
Anche noi missionari vi siamo grati e vi ricordiamo con i vostri cari defunti  nella messa che celebriamo per tutti gli Amici e Collaboratori il primo venerdì del mese.
Carissimi Amici e collaboratori rinnovo a ciascuno di voi, alle vostre famiglie e amici il mio e nostro grato apprezzamento per la  vositra sincera amicizia, ricordando  le parole d i Gesù' che considera fatto a lui stesso tutto ciò che abbiamo lfatto ai più piccoli, ai più bisognosi dei nostri fratelli. Grazie ancora per la vostra solidarietà' e bontà che stimola anche noi missionari!
Il Signore ci benedica tutti.
Fraternamente      P. Filippo Astori cp."

Responsabile del progetto in Italia: Valerio Sanzone
Responsabili del progetto in Kenya: Valerio Sanzone, P. Filippo Astori


 

 
Pozzo a Nkwenda Tanzania

Pozzo a Nkwenda in Tanzania

Abbiamo ricevuto dal Missionario Passionista, P. Bortolo Pirola, una richiesta per la costruzione di un pozzo nel villaggio di Nkwenda, nella regione di Dodoma in Tanzania.

"Mlowa - Tanzania 31 luglio 2012  -   Carissimi, vi spero bene.
Sono arrivato alla mia nuova missione: Mlowa;  ho trovato un progetto di scavo pozzo e dopo alcune peripezie e' giunto a compimento. E’ stato scavato un pozzo ed e’ stata trovata l’acqua, ora resta il problema dell’estrazione e dell’erogazione della stessa per terminare il progetto.
Ora manca la pompa ed il resto e purtroppo per ora le risorse non bastano. Mando una richiesta di collaborazione per terminare il progetto per il villaggio di Nkwenda, Parrocchia di Mlowa Bwawani. Abbiamo la necessità di acquisto ed installazione di pompa azionata a pannelli solari con rispettivo serbatoio per la raccolta dell’acqua.
Un caro saluto a tutti e un proficuo lavoro.
P. Bortolo Pirola cp."

Filomondo ha contribuito con 12.000 euro
la costruzione è quasi terminata

galleria fotografica progetti pozzi

responsabile del progetto: P. Bortolo Pirola cp


 

 
Un Acquedotto per Haiti

PROGETTO CONCLUSO


Il progetto "un acquedotto per Haiti" è stato completato!

Iniziato nell'Aprile del 2009, dopo 3 anni l'acqua sgorga abbondante in Mare Rouge, tra migliaia di sorrisi, occhi che brillano e grida di gioia "Dlo en Mawouj!" (acqua a Mare Rouge).

Guarda il video! http://youtu.be/1eiqR8ckD90

Tutta la storia del progetto! MI PIACE! www.facebook.com/Mawouj

Dlo en Mawouj!

********************************************

Aprile 2009 Inizia una nuova collaborazione per la costruzione di  “ Un acquedotto per Haiti”.

L’idea è maturata nel corso di una visita ad Haiti, sostenuta e condivisa dai due missionari: Don Giuseppe Noli e Don Mauro Brescianini che operano da sei anni nella missione di Mare Rouge.
Haiti è una nazione tra le più povere ed abbandonate, manca lavoro, cibo, ospedali e le condizioni  igienico sanitarie sono disperate.
In questo contesto nazionale gli abitanti della comunità di Mare Rouge, per potersi approvvigionare dell’acqua, sono costretti a percorrere diversi chilometri  a piedi per recarsi alla fonte.l'acqua porta gioia...ritorno dalla sorgente
I viaggi vengono effettuati più volte al giorno riempiendo ogni volta due taniche di 8 litri ciascuna; i bambini lo fanno quotidianamente prima di recarsi a scuola.
Il progetto prevede un acquedotto alimentato dall’energia  prodotta da pannelli solari (1) in grado di pompare (2) 60000 litri d’acqua al giorno fino al serbatoio (3)  attraverso una  tubazione  lunga 2 Km  e che copre un dislivello di mt. 185.
Il serbatoio di 100000 litri sarà collegato ad un sistema di erogazione che permetterà agli abitanti di Mare Rouge di approvvigionarsi di acqua (4) senza scendere a fondo valle.
Il progetto  dovrà essere condiviso dagli haitiani  che successivamente lo dovranno gestire.

schema acquedotto

 

 

 

 

 

 

 

Filomondo collabora per questo progetto con la somma totale del 5x1000 dell'anno 2007 (dichiarazione 2008) pari a euro 22.677,11 e con 5.743,19  euro 

La provincia di Varese sostiene questo progetto e contribuisce economicamente.

logo della provincia di Varese

seguite gli aggiornamenti sul sito: www.facebook.com/Mawouj

vedi le foto con picasa

per informazioni potete mandare una mail a: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot, abilitare Javascript per vederlo

Aggiornamenti:

aprile 2011

Finalmente inizia a piovere! Dovrebbe essere la stagione delle piogge qui a Mare Rouge – Haiti, ma non piove da oltre due mesi. La terra è arida. I contadini hanno arato, o meglio zappato la terra a mano, e sono in attesa di un po’ di acqua per seminare. L’acquazzone dura circa una mezz’ora, troppo poco. Anche la cisterna della parrocchia Sant’Anna è vuota da tempo. La doccia è un sogno. Esce il sole. I vestiti si appiccicano addosso. La vita, che per mezz’ora si è fermata, riprende il suo solito tran-tran. Noclés Leon, giovane ingegnere haitiano, che verrà incaricato per dirigere i lavori di costruzione dell’acquedotto con i suoi 1.400 metri di condotta in pressione e i 3.000 metri di rete di distribuzione per alimentare i 4 punti di erogazione, sabato, durante il sopralluogo alla sorgente di Bovwà ci aveva detto che non era mai successo che in questa stagione non fosse ancora piovuto. Il livello dell’acqua alla sorgente era di 12 centimetri rispetto allo scorso mese di agosto (2010). La fonte è piena di gente: un bel assembramento di bambini e ragazzi con le loro taniche, in fila, a prendere  acqua,  Intorno al lavatoio moltissime donne accovacciate accanto ai loro catini lavano montagne di panni, chiacchierando e ridendo. Ci sentiamo molto osservati; unici due “blanc” in compagnia dell’ingegner Leon e di due suoi collaboratori  haitiani. bambini, donne, uomini alla sorgente
Ma torniamo al progetto “dlo potab” come si dice in creolo “acqua potabile”.
Nell’agosto 2010 Père Noli, come qui chiamano don Giuseppe Noli, ha promosso la costituzione del “Comité de Construction et Gestion de l’eau potable”, di cui fanno parte una quindicina di haitiani, uomini e donne rappresentanti della popolazione locale, tra cui alcuni cattolici, come il direttore della scuola, altri protestanti come per esempio il direttore della radio locale, che offrirà le sue strutture come deposito materiale, e le Magistrat cioè il sindaco del paese. Insieme a loro erano state definite le caratteristiche tecniche del progetto.  In questi giorni sono invece stati verificati i disegni e i dettagli esecutivi oltre ai campioni di tubi, rubinetti, cavi etc. portati dall’Italia.
Il gruppo di Italiani, che ad agosto avevano montato le travi del tetto della nuova bellissima chiesa, la nuova chiesapreparando il lavoro che sarebbe poi stato portato a termine dall’impresa haitiana, aveva svolto parecchi sopralluoghi per individuare la sorgente adatta e verificarne la portata. La ricerca è servita anche ad individuare l’area dove costruire il serbatoio per l’accumulo dell’acqua sorgente nelle ore notturne durante le quali le pompe non hanno l’energia per funzionare. Tale energia è garantita da una batteria di 80 pannelli fotovoltaici del valore di 30.000 euro donati dalla Provincia di Varese, che saranno collocati in un’area che si trova nella parte più alta di Mare Rouge, a fianco della stazione radio. L’area è stata acquistata allo scopo dal Comité. Da qui un secondo serbatoio della capacità di 120 metri cubi, alimenterà la rete di distribuzione ramificata in quattro differenti direzioni, al termine delle quali ci sarà un punto di erogazione con rubinetti antispreco. Sono già partiti dall’Italia i primi due container con tubi, cavi e tutto quanto necessario per la realizzazione dei due serbatoi e della linea in pressione. L’acquisto di questo materiale è stato sostenuto con donazioni (30.000 euro) e parte dei fondi fin’ora raccolti dall’Associazione Filomondo (40.000 euro), con il contributo della Provincia di Varese (105.000 euro) e dell’Associazione International de l’eau (35.000 euro). Il costo complessivo del progetto è di 300.000 euro, pari a circa  8.600.000 gurd, la moneta locale. Mancano dunque ancora 85.000 € per completare la realizzazione dell’acquedotto, che si vorrebbe inaugurare per Natale 2011.
“Lavorare con gli Haitiani e non per gli Haitiani” è una delle raccomandazioni di suor Madda, che dal 2002 vive ad Haiti e dedica la sua vita agli ammalati. Collabora da alcuni anni con Don Giuseppe per il progetto Acksyon Gasmì, rivolto a bambini ammalati con disabilità da 0 a 12 anni. L’acqua da bere e per fare da mangiare è uno dei problemi che coinvolge attivamente la vita dei bambini. Sono soprattutto loro che riforniscono la famiglia percorrendo almeno due volte al giorno, mattina e pomeriggio, parecchi chilometri con le loro manichette. Quando arrivano a scuola, percorrendo altri km, sono già stanchi. Il progetto è stato studiato anche tenendo conto di tutte le implicazioni relative alla vita sociale della comunità, alle opportunità di lavoro delle famiglie. Va ricordato che a Mare Rouge non ci sono mezzi meccanici. La strada che dalla capitale conduce alla Parrocchia di Don Giuseppe e Don Mauro è lunga 250 km, asfaltata per i primi 150 fino a Gonaife. Si attraversano paesaggi incredibili. Finito l’asfalto, passate le risaie verdissime, la strada costeggia chilometri di saline per poi addentrarsi in una zona arida rappresentata da una bassa vegetazione con acacie spinose, cactus, fichi d’india. Gradualmente la jeep della missione prende a salire dal mare fino ai 600 metri di altezza di Mare Rouge. Via via zone più alte, la natura diventa più generosa e il verde riprende a confortare gli occhi e lo spirito. Panorami incredibili che fanno dimenticare i sussulti, le buche e il fondo sconquassato di una strada che spesso ricorda il greto di un torrente. Non ci sono mezzi meccanici, dicevamo, e dunque lo scavo verrà fatto totalmente a mano su un terreno misto di terra e roccia.
Il progetto nasce con spirito di collaborazione, del "fare insieme": Comité de Gestion e Comitato Italiano. E' questo ciò che sta più a cuore a Don Giuseppe, oltre al fine pratico di portare l'acqua a Mare Rouge, un'opportunità di collaborazione tra Italiani e Haitiani, di collaborazione tra gli stessi haitiani. Non dimentichiamo tutte le difficoltà che il Comité de Gestion incontrerà per gestire l'acquedotto con i suoi costi per la manutenzione, per garantire la distribuzione dell'acqua. Ma occorre essere positivi e guardare non solo avanti ma anche oltre! L’acquedotto riuscirà a portare un cambio nella mentalità locale? Le sue implicazioni travalicano il puro bisogno di acqua: dove c’è acqua c’è vita. Un passo in avanti per quanto riguarda la coscienza sociale.
E’ un’opportunità di “crescita” di cui va colto il senso.
Per tutti. Per gli Haitiani sicuramente.
Ma non dimentichiamolo... anche per noi!

Agosto 2011

Una palata dopo l'altra… una squadra di dieci uomini, agli ordini del giovane ingegnere Noclès Leon e del suo capocantiere, lunedì 29 agosto ha iniziato lo scavo dell'acquedotto di Mare Rouge, Haiti. Il terreno è morbido poco più a valle della sorgente di Bowrà e il lavoro sembra procedere celermente.
Di buon mattino un'altra squadra si è messa a lavorare più a monte: ha temporaneamente bloccato la piccola cisterna di raccolta dell'acqua per pulirla a fondo. Da lì partono due tubature, la prima diretta alla vasca dove le donne fanno il bucato, la seconda al punto di erogazione dell'acqua da bere che si trova a circa cento metri più sotto.schema di funzionamento
L'inizio lavori, in ogni cantiere, comporta sempre qualche problema. Un disagio, forse sottovalutato dall'ingegnere haitiano, ai nostri occhi italiani è parso invece di non poca importanza e da risolvere con urgenza per non incorrere in qualche intolleranza da parte degli abitanti dei dintorni. L'acqua, infatti, deve essere sempre disponibile essendo, per la gente della zona, di vitale importanza. Incanalando temporaneamente l'acqua per mantenere lo scavo asciutto, per una qualche disattenzione nella posa del tubo, succedeva che, proprio nello spiazzo chiuso da muretti circostanti dove i bambini vanno a riempire le loro tanichette, un ritorno d'acqua ne faceva alzare il livello fino all'altezza delle ginocchia.
Occorre tener presente che la fonte, alla quale si collegherà la tubazione dell’acquedotto che porterà l’acqua a Mare Rouge, si trova nel territorio di un altro comune. Mare Rouge, si trova nel territorio Dunque occorre cautela e diplomazia per evitare critiche e screzi con i “vicini”. I lavori devono quindi essere condotti a regola d'arte. A questo scopo l'ing. Leon si è messo proprio d'impegno.
La prima fase operativa è stata quella di controllare che ci fossero tutti i materiali inviati dall'Italia con i primi tre container: tubazioni, manicotti, km di cavi elettrici, bentonite, attrezzi e materiali vari.
Immediatamente a seguire si sono riesaminati tutti i dettagli del progetto approfittando della presenza dei tecnici italiani per fugare ogni dubbio sulla sequenza degli interventi. Infine, si è provveduto ad operare una selezione della manodopera per costituire le squadre.
La mattina del 29 agosto finalmente iniziano i lavori.
Scavo facendo… già si è presentata una vena d'acqua inaspettata che ha causato alcune difficoltà rallentando la costruzione del primo grande serbatoio a Bowrà.
Sicuramente il procedere dello scavo non sarà sempre così spedito: il terreno infatti è parzialmente argilloso e spesso anche roccioso. Non scordiamo che lo “sbancamento” si svolge tutto a mano non trovandosi, in questa parte dell'isola, alcun mezzo meccanico.
Certamente sarebbe stato più semplice, ma notevolmente più costoso, inviare dall’Italia un piccolo escavatore ma ciò avrebbe causato un problema “etico”. La ruspetta avrebbe dato lavoro ad una sola persona e forse nemmeno haitiana! Così, invece, si offre l'opportunità a varie squadre di manovali indigeni composte ciascuna da una decina di persone. Ciò significa associare l’opera del progetto anche ad un aiuto diretto a diverse famiglie.
L'ingegnere è ottimista ma cauto: il lavoro potrebbe svolgersi nell'arco di tre, quattro mesi, ma ad Haiti non si può mai prevedere nulla. La stagione delle piogge potrebbe prolungarsi eccessivamente, la natura del terreno potrebbe riservare sorprese; una volta terminato il serbatoio a monte con la sua centrale fotovoltaica, potrebbero insorgere difficoltà impreviste per la posa della piccola rete di distribuzione in un'area molto popolata.
Infine, e da non sottovalutare, va spedito ad Haiti il quarto container con gli ultimi materiali necessari tra cui le rubinetterie antispreco, le pompe e i quadri elettrici. Questi ultimi pezzi verranno acquistati non appena si saranno raccolti i 50.000 euro mancanti, necessari al completamento del progetto.
Il buon senso fa dunque prevedere, come data di inaugurazione, la Pasqua del 2012 o poco dopo.

Referente in loco del progetto: don Giuseppe Noli, fidei donum della diocesi di Milano


 
Progetto salone multiple - S.ta Cruz de la Sierra - Bolivia

PROGETTO CONCLUSO

Progetto salone multiple

Abbiamo ricevuto una richiesta di collaborazione per la costruzione di un salone polivalente nella Parrocchia S. Silvestre, da parte di Don Lino Bonanomi (Don Piero, per gli amici), sacerdote Fidei Donum della diocesi di Bergamo.

Filomondo collabora con 15.000,00 euro

progetto del salone polivalente

Ubicazione:
Santa Cruz de la Sierra – Bolivia, è una città in continua crescita. Da     60.000 abitanti nel 1980 a quasi 2.000.000 attuali – una crescita difficile da accompagnare con servizi di base e incluso religiosi, la parrocchia S. Silvestre, di recente creazione (anno 2011) si trova alla periferia estrema della città: Plan 3.000. Conta di un minimo di strutture. Nella zona più all’interno della sua giurisdizione si trova una immensa pampa già urbanizzata dove, nel prossimo futuro, si riempirà di gente che verrà da tutte le parti della Bolivia. Sarà sicuramente la parte più popolosa della parrocchia. Non contiamo nella zona di nessuna infrastruttura, solo siamo riusciti a comprare  un terreno di 1.000 mtq.  attualmente celebriamo una messa domenicale in un aula di una scuola.

DESCRIZIONE DEL PROGETTO: 
In questo terreno si è pianificato di costruire con  priorità un salone polivalente che possa servire:
Come aule di catechesi, come attenzione di medicina naturale – bio salute che le nostre religiose possono offrire, come chiesa.
Si è pensato poi in un futuro che le suore presenti in parrocchia andrebbero a vivere là e cosi, oltre a essere una presenza religiosa, potranno accogliere e accompagnare  i nuovi arrivati. Si pensa, con la Provvidenza, di costruire una piccola chiesa per loro. Questo salone polivalente è stato progettato per una attenzione di assistenza socio-religiosa nella zona per i prossimi anni.

MOTIVAZIONI: 
Per costruire una comunità sono importanti alcune strutture per potersi riunire. In quella enorme spianata, per accogliere la nostra gente siamo convinti che un salone multiple (polivalente) è indispensabile cosi per questa ragione questo salone è la priorità perché siamo convinti che sarà il riferimento nella massa di gente che arriverà lì nei prossimi anni.

RESPONSABILE DEL PROGETTO:
Don Lino Bonanomi della Diocesi di Bergamo e presente in Bolivia come Sacerdote Fidei Donum con l’approvazione dell’ archidiocesi di Santa Cruz con l’Arcivescovo coadiutore Mons. Sergio Gualberti.
Don Piero con il Vescovo Gualberti e l'arcivescovo di S.ta Cruz Card. Julio Terrazas Sandoval

la casa Parrocchiale S. Silvestre


Aggiornamenti:

Don Piero scrive: "...ringrazio Filomondo per aver tenuto conto, tra i suoi tanti aiuti, questo progetto di un salone multiple. Questo vostro aiuto ci permette di avanzare nella costruzione e arrivare a mettere il tetto e, così, già utilizzarla; una volta che ci sono le pareti e il tetto già si può incominciare a darle vita abitandola...proprio come fanno i Boliviani con le loro case abbozzate...le rifiniture arriveranno poco a poco!
Di nuovo non ho parole per ringraziarvi.
vi mando un po' di foto dei lavori in corso...come vedete la utilizziamo già anche senza tetto!"
Grazie!
don Piero con una famiglia bolivianadon Piero con alcuni govanidurante una celebrazione nel salone in costruzione

la facciata del salone in costruzione


 
<< Inizio < Prec. 1 2 3 4 5 6 Succ. > Fine >>

JPAGE_CURRENT_OF_TOTAL

© filomondo.org - 2008 - Realizzato da vivisulserio.it