Un Acquedotto per Haiti Stampa
Scritto da Administrator   
Martedì 21 Agosto 2012 00:00

PROGETTO CONCLUSO


Il progetto "un acquedotto per Haiti" è stato completato!

Iniziato nell'Aprile del 2009, dopo 3 anni l'acqua sgorga abbondante in Mare Rouge, tra migliaia di sorrisi, occhi che brillano e grida di gioia "Dlo en Mawouj!" (acqua a Mare Rouge).

Guarda il video! http://youtu.be/1eiqR8ckD90

Tutta la storia del progetto! MI PIACE! www.facebook.com/Mawouj

Dlo en Mawouj!

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Aprile 2009 Inizia una nuova collaborazione per la costruzione di  “ Un acquedotto per Haiti”.

L’idea è maturata nel corso di una visita ad Haiti, sostenuta e condivisa dai due missionari: Don Giuseppe Noli e Don Mauro Brescianini che operano da sei anni nella missione di Mare Rouge.
Haiti è una nazione tra le più povere ed abbandonate, manca lavoro, cibo, ospedali e le condizioni  igienico sanitarie sono disperate.
In questo contesto nazionale gli abitanti della comunità di Mare Rouge, per potersi approvvigionare dell’acqua, sono costretti a percorrere diversi chilometri  a piedi per recarsi alla fonte.l'acqua porta gioia...ritorno dalla sorgente
I viaggi vengono effettuati più volte al giorno riempiendo ogni volta due taniche di 8 litri ciascuna; i bambini lo fanno quotidianamente prima di recarsi a scuola.
Il progetto prevede un acquedotto alimentato dall’energia  prodotta da pannelli solari (1) in grado di pompare (2) 60000 litri d’acqua al giorno fino al serbatoio (3)  attraverso una  tubazione  lunga 2 Km  e che copre un dislivello di mt. 185.
Il serbatoio di 100000 litri sarà collegato ad un sistema di erogazione che permetterà agli abitanti di Mare Rouge di approvvigionarsi di acqua (4) senza scendere a fondo valle.
Il progetto  dovrà essere condiviso dagli haitiani  che successivamente lo dovranno gestire.

schema acquedotto

 

 

 

 

 

 

 

Filomondo collabora per questo progetto con la somma totale del 5x1000 dell'anno 2007 (dichiarazione 2008) pari a euro 22.677,11 e con 5.743,19  euro 

La provincia di Varese sostiene questo progetto e contribuisce economicamente.

logo della provincia di Varese

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vedi le foto con picasa

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Aggiornamenti:

aprile 2011

Finalmente inizia a piovere! Dovrebbe essere la stagione delle piogge qui a Mare Rouge – Haiti, ma non piove da oltre due mesi. La terra è arida. I contadini hanno arato, o meglio zappato la terra a mano, e sono in attesa di un po’ di acqua per seminare. L’acquazzone dura circa una mezz’ora, troppo poco. Anche la cisterna della parrocchia Sant’Anna è vuota da tempo. La doccia è un sogno. Esce il sole. I vestiti si appiccicano addosso. La vita, che per mezz’ora si è fermata, riprende il suo solito tran-tran. Noclés Leon, giovane ingegnere haitiano, che verrà incaricato per dirigere i lavori di costruzione dell’acquedotto con i suoi 1.400 metri di condotta in pressione e i 3.000 metri di rete di distribuzione per alimentare i 4 punti di erogazione, sabato, durante il sopralluogo alla sorgente di Bovwà ci aveva detto che non era mai successo che in questa stagione non fosse ancora piovuto. Il livello dell’acqua alla sorgente era di 12 centimetri rispetto allo scorso mese di agosto (2010). La fonte è piena di gente: un bel assembramento di bambini e ragazzi con le loro taniche, in fila, a prendere  acqua,  Intorno al lavatoio moltissime donne accovacciate accanto ai loro catini lavano montagne di panni, chiacchierando e ridendo. Ci sentiamo molto osservati; unici due “blanc” in compagnia dell’ingegner Leon e di due suoi collaboratori  haitiani. bambini, donne, uomini alla sorgente
Ma torniamo al progetto “dlo potab” come si dice in creolo “acqua potabile”.
Nell’agosto 2010 Père Noli, come qui chiamano don Giuseppe Noli, ha promosso la costituzione del “Comité de Construction et Gestion de l’eau potable”, di cui fanno parte una quindicina di haitiani, uomini e donne rappresentanti della popolazione locale, tra cui alcuni cattolici, come il direttore della scuola, altri protestanti come per esempio il direttore della radio locale, che offrirà le sue strutture come deposito materiale, e le Magistrat cioè il sindaco del paese. Insieme a loro erano state definite le caratteristiche tecniche del progetto.  In questi giorni sono invece stati verificati i disegni e i dettagli esecutivi oltre ai campioni di tubi, rubinetti, cavi etc. portati dall’Italia.
Il gruppo di Italiani, che ad agosto avevano montato le travi del tetto della nuova bellissima chiesa, la nuova chiesapreparando il lavoro che sarebbe poi stato portato a termine dall’impresa haitiana, aveva svolto parecchi sopralluoghi per individuare la sorgente adatta e verificarne la portata. La ricerca è servita anche ad individuare l’area dove costruire il serbatoio per l’accumulo dell’acqua sorgente nelle ore notturne durante le quali le pompe non hanno l’energia per funzionare. Tale energia è garantita da una batteria di 80 pannelli fotovoltaici del valore di 30.000 euro donati dalla Provincia di Varese, che saranno collocati in un’area che si trova nella parte più alta di Mare Rouge, a fianco della stazione radio. L’area è stata acquistata allo scopo dal Comité. Da qui un secondo serbatoio della capacità di 120 metri cubi, alimenterà la rete di distribuzione ramificata in quattro differenti direzioni, al termine delle quali ci sarà un punto di erogazione con rubinetti antispreco. Sono già partiti dall’Italia i primi due container con tubi, cavi e tutto quanto necessario per la realizzazione dei due serbatoi e della linea in pressione. L’acquisto di questo materiale è stato sostenuto con donazioni (30.000 euro) e parte dei fondi fin’ora raccolti dall’Associazione Filomondo (40.000 euro), con il contributo della Provincia di Varese (105.000 euro) e dell’Associazione International de l’eau (35.000 euro). Il costo complessivo del progetto è di 300.000 euro, pari a circa  8.600.000 gurd, la moneta locale. Mancano dunque ancora 85.000 € per completare la realizzazione dell’acquedotto, che si vorrebbe inaugurare per Natale 2011.
“Lavorare con gli Haitiani e non per gli Haitiani” è una delle raccomandazioni di suor Madda, che dal 2002 vive ad Haiti e dedica la sua vita agli ammalati. Collabora da alcuni anni con Don Giuseppe per il progetto Acksyon Gasmì, rivolto a bambini ammalati con disabilità da 0 a 12 anni. L’acqua da bere e per fare da mangiare è uno dei problemi che coinvolge attivamente la vita dei bambini. Sono soprattutto loro che riforniscono la famiglia percorrendo almeno due volte al giorno, mattina e pomeriggio, parecchi chilometri con le loro manichette. Quando arrivano a scuola, percorrendo altri km, sono già stanchi. Il progetto è stato studiato anche tenendo conto di tutte le implicazioni relative alla vita sociale della comunità, alle opportunità di lavoro delle famiglie. Va ricordato che a Mare Rouge non ci sono mezzi meccanici. La strada che dalla capitale conduce alla Parrocchia di Don Giuseppe e Don Mauro è lunga 250 km, asfaltata per i primi 150 fino a Gonaife. Si attraversano paesaggi incredibili. Finito l’asfalto, passate le risaie verdissime, la strada costeggia chilometri di saline per poi addentrarsi in una zona arida rappresentata da una bassa vegetazione con acacie spinose, cactus, fichi d’india. Gradualmente la jeep della missione prende a salire dal mare fino ai 600 metri di altezza di Mare Rouge. Via via zone più alte, la natura diventa più generosa e il verde riprende a confortare gli occhi e lo spirito. Panorami incredibili che fanno dimenticare i sussulti, le buche e il fondo sconquassato di una strada che spesso ricorda il greto di un torrente. Non ci sono mezzi meccanici, dicevamo, e dunque lo scavo verrà fatto totalmente a mano su un terreno misto di terra e roccia.
Il progetto nasce con spirito di collaborazione, del "fare insieme": Comité de Gestion e Comitato Italiano. E' questo ciò che sta più a cuore a Don Giuseppe, oltre al fine pratico di portare l'acqua a Mare Rouge, un'opportunità di collaborazione tra Italiani e Haitiani, di collaborazione tra gli stessi haitiani. Non dimentichiamo tutte le difficoltà che il Comité de Gestion incontrerà per gestire l'acquedotto con i suoi costi per la manutenzione, per garantire la distribuzione dell'acqua. Ma occorre essere positivi e guardare non solo avanti ma anche oltre! L’acquedotto riuscirà a portare un cambio nella mentalità locale? Le sue implicazioni travalicano il puro bisogno di acqua: dove c’è acqua c’è vita. Un passo in avanti per quanto riguarda la coscienza sociale.
E’ un’opportunità di “crescita” di cui va colto il senso.
Per tutti. Per gli Haitiani sicuramente.
Ma non dimentichiamolo... anche per noi!

Agosto 2011

Una palata dopo l'altra… una squadra di dieci uomini, agli ordini del giovane ingegnere Noclès Leon e del suo capocantiere, lunedì 29 agosto ha iniziato lo scavo dell'acquedotto di Mare Rouge, Haiti. Il terreno è morbido poco più a valle della sorgente di Bowrà e il lavoro sembra procedere celermente.
Di buon mattino un'altra squadra si è messa a lavorare più a monte: ha temporaneamente bloccato la piccola cisterna di raccolta dell'acqua per pulirla a fondo. Da lì partono due tubature, la prima diretta alla vasca dove le donne fanno il bucato, la seconda al punto di erogazione dell'acqua da bere che si trova a circa cento metri più sotto.schema di funzionamento
L'inizio lavori, in ogni cantiere, comporta sempre qualche problema. Un disagio, forse sottovalutato dall'ingegnere haitiano, ai nostri occhi italiani è parso invece di non poca importanza e da risolvere con urgenza per non incorrere in qualche intolleranza da parte degli abitanti dei dintorni. L'acqua, infatti, deve essere sempre disponibile essendo, per la gente della zona, di vitale importanza. Incanalando temporaneamente l'acqua per mantenere lo scavo asciutto, per una qualche disattenzione nella posa del tubo, succedeva che, proprio nello spiazzo chiuso da muretti circostanti dove i bambini vanno a riempire le loro tanichette, un ritorno d'acqua ne faceva alzare il livello fino all'altezza delle ginocchia.
Occorre tener presente che la fonte, alla quale si collegherà la tubazione dell’acquedotto che porterà l’acqua a Mare Rouge, si trova nel territorio di un altro comune. Mare Rouge, si trova nel territorio Dunque occorre cautela e diplomazia per evitare critiche e screzi con i “vicini”. I lavori devono quindi essere condotti a regola d'arte. A questo scopo l'ing. Leon si è messo proprio d'impegno.
La prima fase operativa è stata quella di controllare che ci fossero tutti i materiali inviati dall'Italia con i primi tre container: tubazioni, manicotti, km di cavi elettrici, bentonite, attrezzi e materiali vari.
Immediatamente a seguire si sono riesaminati tutti i dettagli del progetto approfittando della presenza dei tecnici italiani per fugare ogni dubbio sulla sequenza degli interventi. Infine, si è provveduto ad operare una selezione della manodopera per costituire le squadre.
La mattina del 29 agosto finalmente iniziano i lavori.
Scavo facendo… già si è presentata una vena d'acqua inaspettata che ha causato alcune difficoltà rallentando la costruzione del primo grande serbatoio a Bowrà.
Sicuramente il procedere dello scavo non sarà sempre così spedito: il terreno infatti è parzialmente argilloso e spesso anche roccioso. Non scordiamo che lo “sbancamento” si svolge tutto a mano non trovandosi, in questa parte dell'isola, alcun mezzo meccanico.
Certamente sarebbe stato più semplice, ma notevolmente più costoso, inviare dall’Italia un piccolo escavatore ma ciò avrebbe causato un problema “etico”. La ruspetta avrebbe dato lavoro ad una sola persona e forse nemmeno haitiana! Così, invece, si offre l'opportunità a varie squadre di manovali indigeni composte ciascuna da una decina di persone. Ciò significa associare l’opera del progetto anche ad un aiuto diretto a diverse famiglie.
L'ingegnere è ottimista ma cauto: il lavoro potrebbe svolgersi nell'arco di tre, quattro mesi, ma ad Haiti non si può mai prevedere nulla. La stagione delle piogge potrebbe prolungarsi eccessivamente, la natura del terreno potrebbe riservare sorprese; una volta terminato il serbatoio a monte con la sua centrale fotovoltaica, potrebbero insorgere difficoltà impreviste per la posa della piccola rete di distribuzione in un'area molto popolata.
Infine, e da non sottovalutare, va spedito ad Haiti il quarto container con gli ultimi materiali necessari tra cui le rubinetterie antispreco, le pompe e i quadri elettrici. Questi ultimi pezzi verranno acquistati non appena si saranno raccolti i 50.000 euro mancanti, necessari al completamento del progetto.
Il buon senso fa dunque prevedere, come data di inaugurazione, la Pasqua del 2012 o poco dopo.

Referente in loco del progetto: don Giuseppe Noli, fidei donum della diocesi di Milano


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